L’Assenzio nella pittura

Qui di seguito un elenco di dipinti in cui viene raffigurato l'Assenzio.

Arthur Rimbaud e (l'accademia del)l'assenzio

Nato da una tipica famiglia borghese, agiata, politicamente lealista e religiosamente osservante, Arthur Rimbaud accettò in modo passivo un'educazione rigida e autoritaria, ma alla prima occasione la ripudiò drasticamente.

Fu infatti un bambino dagli aspetti contraddittori, e queste contraddizioni furono determinanti per il suo destino di uomo e di poeta.
La stessa tradizione famigliare in cui si pone è duplice: la madre incarna la severità e il conformismo borghese, mentre il padre era un militare affascinato dall’Africa, ebbe il gusto dell’avventura e della “libertà libera”, che lo spinse ad abbandonare moglie e figli.

Arthur era il primo della classe del collegio di Charleville, dove ha potuto “sudare d’obbedianza”, anche se “già presentendo violentemente la vela” del “battello ubriaco”, di cui ha sognato i vagabondaggi.

Assenzio e alcolismo nell’Assommoir di Émile Zola

Émile ZolaIl Naturalismo dei “I Rougon-Macquart. Storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo Impero" (Les Rougon-Macquart. Histoire naturelle et sociale d'une famille sous le Second Empire).

Il titanico progetto dei Rougon-Macquart, ciclo di romanzi sul modello della Comédie humaine di Balzac, è concepito nel 1868-1869 come l'"Histoire naturelle et sociale d'une famille sous le Second Empire” (Storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo Impero) e giungerà alla conclusione solo nel 1893.

Attraverso (ben) cinque generazioni di protagonisti Émile Zola ci racconta "le ambizioni e gli appetiti di una famiglia" determinata dalle “fatalità della discendenza” e dalle “febbri dell’epoca”, “una strana epoca di follia e di vergogna”.

Nei primi romanzi del ciclo si assiste alla marcia della borghesia, malgrado le sue tare, o, forse, grazie ad esse: conquista di Plas-sans da parte di Pierre e Félicité Rougon (La fortune des Rougon); sbalorditive speculazioni di Saccard nella Parigi del barone Haussmann (La curée), e la conquista del potere (Son Eccellence Eugène Rougon).

Edmondo De Amicis e l’assenzio

Di Monica Ugoccioni

Edmondo De AmicisEdmondo De Amicis nacque a Oneglia (Imperia) nel 1846. Dopo aver frequentato scuole a Cuneo e liceo a Torino, si iscrisse all’Accademia militare di Modena, convinto che la carriera militare sarebbe stato il suo futuro, in questa Italia incompiuta. Combatté a Custoza nel 1866 col grado di luogotenente, ma la delusione degli eventi si disse fu anche alla base del suo successivo abbandono. Iniziò a scrivere una raccolta di bozzetti, dal titolo La vita militare (1868), il cui successo lo incoraggiò a proseguire sulla strada della scrittura letteraria e del giornalismo, come inviato de «La Nazione» di Firenze.

Alfred Jarry: surrealista “nell’assenzio”

BIOGRAFIA

Alfred JarryAlfred Jarry (Laval 1873 – Parigi 1907) condusse una vita eccentrica e sregolata, identificandosi in parte con i suoi personaggi, e morì alcolizzato. E’ ricordato soprattutto per la commedia satirica Ubu re (1896) originariamente concepita come spettacolo di marionette, che colpisce la stupidità e la violenza delle convenzioni sociali attraverso la rappresentazione dell’ascesa al potere di un grottesco dittatore.

Charles Baudelaire e l'assenzio: verità e leggende

Charles BaudelaireVisto che se ne parla (troppo?) spesso, cercherò di fare il p(s)unto su questo topic un po’ controverso e spinoso, sperando di (s)fata(re), laddove ce ne sia bisogno, alcune leggende alimentate dal giornalismo improvvisato e/o da alcuni distributori/venditori/consumatori poco competenti (sia di assenzio sia di letteratura) e/o – peggio ancora – furbescamente interessati.

Anticipando le conclusioni, la bevanda preferita di Charles Baudelaire era probabilmente il vino (a cui ha dedicato ampio spazio nei Paradisi Artificiali) inteso come (un) “mezzo di moltiplicazione dell’individualità” e/o di “vaporizzazione e centralizzazione dell’Io” – dell’assenzio, ovviamente (ovviamente per chi conosce l’opera in questione) nemmeno un riferimento.

Ne avrà parlato allora nei Les Fleurs du Mal (I fiori del male), giusto? altrimenti non si spiegherebbe perché la Leone vende(va) il suo “Absinthium” con una copia verde dei Fiori del male: ebbene, Baudelaire non lo nomina neppure lì!